Ci sono libri che non scegliamo. Sono loro a scegliere noi. Quando ho letto le prime pagine di “Sono tornate le formiche e tu non ci sei – Lettere da quaggiù” di Lucia Coppola, ho capito che questa non era solo una pubblicazione, ma un atto d’amore. Per il marito scomparso, certo. Ma anche per tutte quelle persone che, nel silenzio di una perdita, cercano disperatamente una voce che dica: “Ti capisco”. Ecco perché, come Lupieditore, ho scelto di accogliere questo libro. Perché credo che la scrittura abbia il dovere – oltre che il potere – di essere una mano tesa.
Lucia Coppola, educatrice, scrittrice, poetessa, donna di grande sensibilità civile e sociale, ci consegna un diario intimo e coraggioso, dove il dolore del lutto non viene nascosto o addolcito, ma raccontato per quello che è: uno tsunami che sconvolge e, allo stesso tempo, costringe a ricostruirsi pezzo per pezzo.
Queste lettere al marito scomparso sono pagine di amore autentico, di una vita vissuta insieme con una complicità e una passione che nulla, nemmeno la morte, può cancellare. Lucia non indora la pillola: scrive con la sincerità disarmante di chi si ritrova improvvisamente sola dopo 54 anni di vita in due. Eppure, in mezzo alle lacrime, affiora la speranza. La speranza di poter ripartire, di poter parlare di dolore senza sentirsi “strani”, di ricostruire un’esistenza anche quando tutto sembra dimezzato.
Ecco, questo libro è un abbraccio a tutte quelle persone che stanno cercando di riemergere dalla zona d’ombra di un lutto. È una testimonianza vera, concreta, che svela quanto la condivisione del dolore possa trasformarsi in forza collettiva. È un invito a smettere di esorcizzare la morte, per imparare a conviverci con consapevolezza.
Lucia Coppola non è nuova a raccontare la vita con delicatezza e profondità. Chi la conosce sa quanto il suo impegno nella scuola, nella letteratura per l’infanzia, nel teatro, sia sempre stato un modo per educare alla bellezza e alla verità. I suoi libri precedenti, dai racconti per bambini come “Cammina, cammina” e “Animali speciali”, alle storie di donne in “Di donne”, raccontano una scrittura che si mette al servizio degli altri. Ed è proprio questo spirito che ritroviamo in “Sono tornate le formiche e tu non ci sei”: la capacità di trasformare il dolore in condivisione, la sofferenza in solidarietà.
La narrazione di Lucia è semplice, diretta, quasi quotidiana. Ogni lettera è un frammento di vita, un dialogo sospeso tra Terra e Cielo, tra il “qui” e il “là”. Ma soprattutto, ogni pagina è un atto di resistenza: la resistenza di chi ha scelto di non farsi schiacciare dalla solitudine, ma di usarla come punto di partenza per rinascere.
Le recensioni di chi ha già avuto il privilegio di leggere questo libro confermano quanto sia necessario. Sui blog letterari e sui social network, le parole di Lucia stanno già raggiungendo tante persone che si sono riconosciute in questo percorso di dolore e rinascita. “Un libro che ti prende per mano e ti accompagna, senza giudicare”, scrive qualcuno. “Un viaggio dentro la parte più fragile di noi, ma anche la più vera”, commenta un altro lettore.
Per Lupieditore, questo libro rappresenta esattamente il senso del nostro lavoro: diffondere libri belli, di qualità, che non abbiano paura di raccontare la verità. Perché la Parola – quella vera – è la sola arma che rende vivi, che consola, che ci salva.
Lucia Coppola ha scritto un libro che non parla solo a chi ha perso qualcuno, ma a chiunque abbia capito che l’amore vero non finisce con la morte. “Sono tornate le formiche e tu non ci sei” è un viaggio nel dolore, sì, ma soprattutto nella vita.

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