Ci sono libri che arrivano nel momento giusto. Libri che parlano sottovoce ma ti lasciano dentro un'eco potente. “L’ultimo dono”di Michela Zennaro è proprio uno di questi. Una storia semplice e profonda allo stesso tempo, intima, familiare, vera. Un libro che ho scelto di pubblicare con Lupieditore perché ho sentito che ci mancava una voce così: delicata, femminile, ma anche forte e lucida nel raccontare la vita.
Questa storia mi ha toccato come editore, ma anche come lettore. Perché parla della memoria e del cambiamento, dell’amore per chi ci ha cresciuti, delle donne che siamo e di quelle che possiamo ancora diventare.
La trama ruota intorno a Margherita, una donna qualunque, che potrebbe essere ognuno di noi. Milanese, con una famiglia apparentemente stabile, si ritrova a fare i conti con la morte della zia Adele, sua figura di riferimento fin dall’infanzia. Un lutto che si trasforma presto in un viaggio interiore, grazie a ricordi, dialoghi e scoperte che mettono in luce un ritratto inedito di questa zia: femminista, coraggiosa, appassionata. E sì, anche fragile. Proprio come noi.
Tra le righe si legge la nostalgia, ma anche il coraggio. Quello che nasce quando scopriamo che anche i “pilastri” della nostra vita sono stati esseri umani, pieni di dubbi e di sogni. Michela Zennaro, con una scrittura limpida e onesta, ci accompagna tra le pieghe di una quotidianità che si fa poesia. Nessuna forzatura, nessun colpo di scena urlato: solo vita vera, fatta di dolore e bellezza, di cose non dette e di rinascite silenziose.
Mi ha colpito anche lo stile dell’autrice, che porta con sé l’esperienza di anni dedicati all’insegnamento e alla cultura. Michela Zennaro non è solo una scrittrice, è una vera tessitrice di emozioni. I suoi racconti hanno già ricevuto riconoscimenti importanti – tra cui il “Premio Amerino” e il “Premio Le pietre di Anuaria” – e questo romanzo conferma il suo talento nel dare voce alle sfumature dell’animo umano, soprattutto femminile.
Chi ha letto “L’ultimo dono” parla di “romanzo balsamico”, di una “narrazione che consola e rinforza”, di un libro che ci fa venir voglia di tornare a casa, nel senso più ampio del termine. Anche online i lettori sottolineano quanto sia autentico, come se stessero ascoltando una confidenza vera, come se stessero aprendo una scatola di ricordi condivisi.
Ecco perché con Lupieditore, la nostra casa editrice nata per risvegliare la voglia di leggere e sorprendersi ancora, ho voluto fortemente portare alla luce questo libro. Perché crediamo che la letteratura debba essere anche questo: un luogo dove le storie ci salvano. E dove la Parola è l’unica spada da impugnare. Non per ferire, ma per vivere più intensamente.
“L’ultimo dono” è il libro che consiglierei a chi ha bisogno di ritrovarsi. A chi ha perso qualcuno, ma anche a chi ha perso se stesso. A chi crede che sia ancora possibile cambiare. A chi ama le storie che sanno toccarti senza gridare. Perché, in fondo, le storie migliori non sono quelle più rumorose. Ma quelle che sanno restare.

Scopri il libro