La telefonata improvvisa e densa di urgenza effettuata da Abel Roth presso lo studio di fisioterapia dove Luca Magiari lavora come libero professionista sembra poter essere il preludio per rovesciare quella forma di equilibrio affettivo a cui lo stesso Magiari si aggrappa con tutto se stesso. Teresa, Rachele e Nina forse non bastano più, nonostante quello rappresenti per lui, a loro insaputa, l’espediente più semplice per non soccombere. L’anziano signore, di origine tedesca, che vive con la sua giovane e avvenente nipote insiste perché i trattamenti fisioterapici vengano effettuati presso il proprio domicilio. Ma cosa succederà esattamente poi, con il trascorrere dei giorni, fra le mura di quell’abitazione? Quali saranno gli stravolgimenti interiori a cui il giovane fisioterapista dovrà far fronte? Basta poco perché tutto si scompagini in maniera minacciosa, soprattutto con il susseguirsi di alcuni eventi drammatici presso la Rosa Bianca, la Comunità di recupero per ragazzi affetti da vari tipi di dipendenze, dove Luca presta volontariamente le sue competenze. È qui che l’intensa amicizia creatasi con Andrea, uno degli ospiti della Comunità, farà emergere altre verità.
Il romanzo descrive, senza alcun tipo di pudore, fragilità e imperfezioni dell’essere umano, personalità frammentate dentro le quali si alternano con forza e spesso in maniera contraddittoria luci e ombre, talento e disperazione. Ogni personaggio descritto si muove quasi con disarmonia fra le asperità di un territorio che non conosce appieno, in qualcosa di difficilmente afferrabile, e in maniera istintiva prova comunque a dare un senso alla propria esistenza, tentando di ricomporre quel puzzle di cui sembra vittima inconsapevole.
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