Un saggio lucido e profondo che indaga il pensiero globalizzato attraverso la lente critica della finanza contemporanea. In questo testo l'autore esplora il feticismo del mercato finanziario come nuovo asse dominante della civiltà moderna, svelando come una finanza scellerata, travestita da progresso, abbia trasformato l’economia reale in un meccanismo perverso capace di travolgere interi popoli.Attraverso una narrazione dal tono analitico e allo stesso tempo suggestivo, si delinea un’estetica quasi sovrannaturale delle cifre e dei numeri, che proiettano la società in uno stato di estraniazione dal mondo naturale e produttivo. Il libro denuncia l’ampliamento smisurato dei valori della finanza a discapito della produzione reale di beni, identificando in questa deriva una delle cause principali delle crisi sistemiche e permanenti che affliggono il nostro tempo.Un’opera essenziale per chi vuole comprendere i meccanismi occulti e consolidati con cui le grandi Holding, ormai slegate da ogni responsabilità etica, compromettono la stabilità dei cittadini, dei popoli e persino degli Stati. Un viaggio nella distorsione dell’economia che invita alla riflessione e al risveglio della coscienza critica.
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