Federico Mastrodomenico intitola il suo primo romanzo concernente la sindrome di Asperger, immaginando esteriormente spesso inde niti perso- naggi immersi in variopinti scenari; le minuziose naturalistiche descrizioni ricorrenti nel “I Colori dell’Esistenza”, sono però bilanciate dall’introspezione psicologica sia del losofante autore che dell’umoristico Biagio quasi ero di essere asperger. Nelle sezioni inizia- li, delineanti i comportamenti dei pro- tagonisti esistenti nella quotidianità, lo scrittore inserisce lo schizoide Enrico. Nelle rimanenti parti dell’opera, il fan- tasy si sostituisce progressivamente a una dolorosa terrena realtà vissuta da entrambi codesti autistici; un arcadico paesaggio, diventa gradualmente mi- stico. Sia i monologhi di Biagio diretti all’introverso Enrico, sia i commenti del coinvolto autore, insegnano nozio- ni riguardanti non unicamente l’auti- smo ad alto funzionamento. I veristici superbi verbalizzati ritratti, comunque, dinamizzano il prosieguo della trama. La punteggiatura di Mastrodomenico, si interpone mai fra termini gramma- ticalmente collegati; tale consequen- zialità, può essere solo sospesa da una virgola che precede un vocabolo riferi- bile a un inconfondibile sostantivo pre- sente nella prima parte dell’intera fra- se. Gli incisi, hanno spesso un valore metaforico; le restanti porzioni di pe- riodo, espongono un soggetto o propo- sizioni modali indicanti altresì tempo e luogo. I due punti, introducono un’e- spressione esplicativa o un elenco; le virgolette, racchiudono una citazione o un discorso indiretto. I pensati dialoghi sono distinti, con il carattere corsivo.
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